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The Wise Baby. Il Poppante Saggio. Rivista del rinascimento ferencziano (2018). Volume 1 numero 1: Elizabeth Severn «genio maligno» della psicoanalisi

25,00

THE WISE BABY/IL POPPANTE SAGGIO
giornale della Renaissance Ferencziana
Edito a cura della Società Italiana di Psicoanalisi e Psicoterapia “Sándor Ferenczi”, (clicca qui per maggiorni informazioni sulla società e clicca qui per maggiori informazioni sulla rivista) THE WISE BABY, si propone quale organo italiano e plurilingue del movimento internazionale noto come “Rinascimento Ferencziano”.

Direttore Responsabile: Gianni Guasto

Editors-in chief: Carlo Bonomi e Gianni Guasto

Redattori Associati: Luca Bonini, Clara Mucci

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Esaurito

THE WISE BABY, rivista del rinascimento ferencziano, è organo della Società Italiana di Psicoanalisi e Psicoterapia “Sándor Ferenczi”.
Società Italiana di Psicoanalisi e Psicoterapia Sándor Ferenczi SIPeP-SF

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EDITORIALE n°1 di Carlo Bonomi e Gianni Guasto (click here to download file now)

Presentazione del vol. 1 n°1 del 2018
Un numero monografico dedicato a Elizabeth Severn, ”the evil genius”
Secondo Arnold Rachman, che negli ultimi anni ha raccolto i documenti rimasti nei “The Elisabeth Severn Papers” (attualmente conservati presso i Freud Archives della Library of Congress di Washington, D.C.), la cancellazione delle idee e del lavoro della Severn dalla storia della psicoanalisi ha avuto il carattere di un assassinio per mezzo del silenzio (“Todschweigen”), lo stesso adottato nei confronti di Ferenczi. Ma c’è una differenza non trascurabile: la Severn non è mai stata al centro della scena. La sua lunga permanenza nel cono d’ombra è più facilmente spiegabile in base alla forza del pregiudizio e alla vischiosità delle nostre abitudini mentali. Di fatto l’interesse per la Severn, i suoi contributi e la sua opera sono stati marginali persino nei circoli ferencziani, ed è soltanto grazie alla recente ristampa del suo libro The Discovery of the Self, scritto e pubblicato nel 1933, che è entrata sotto la luce dei riflettori, per vari e giustificati motivi.
Oggi siamo finalmente consapevoli che la Severn fu a suo modo una donna straordinaria, che esercitò davvero un’influenza determinante su Ferenczi. Abbiamo perciò cercato di mettere insieme una serie di interventi utili sia a ricostruire i dati storici mancanti, sia a fornire gli elementi di un dibattito che, ne siamo convinti, non è che al suo inizio.

Il primo intervento è di Christopher Fortune, In difesa della memoria materna: Margaret Severn e i detective della storia della psicoanalisi. Si tratta della traduzione di un suo lavoro apparso nel 2015 su The American Journal of Psychoanalysis, in cui ricorda come ha conosciuto la figlia di Elisabeth Severn, Margaret, nel 1986, due anni dopo l’uscita del libro di Jeffrey Masson, Assalto alla verità. In questo controverso libro, che suscitò tanto scalpore, Masson si riferì per primo a Elisabeth Severn come alla paziente di Ferenczi con cui l’analisi reciproca si era “spinta più in là che con chiunque altro”. Ma commise anche alcuni errori imperdonabili, come scambiare l’identità di Elisabeth con quella della figlia Margaret. Infuriata, quest’ultima trovò il numero di telefono di Fortune, per chiedergli: “Sa per caso come potrei acciuffare quel tal Jeffrey Masson? Avrei un paio di cose da mettere in chiaro con lui!”

Il secondo intervento è la traduzione italiana di un lavoro di Peter Rudnytsky. Anche qui la storia inizia con una telefonata, ricevuta nel 2012, da una studentessa che aveva notato che uno dei casi clinici descritti nel libro The Discovery of the Self di Elizabeth Severn, poteva essere nientemeno che il caso del suo analista: Ferenczi. Nessuno lo aveva notato prima semplicemente perché nessuno aveva letto, quantomeno con attenzione, il libro della Severn. Da qui nasce l’articolo L’altra faccia della storia: Elizabeth Severn parla di Ferenczi e dell’Analisi Reciproca, dapprima apparso nella raccolta su cui stavano lavorando Lewis Aron e Adrienne Harris, The Legacy of Sándor Ferenczi: From Ghost to Ancestor – l’aggiornamento di una prima importante raccolta del 1992, poi apparsa nel 2015 a cura di Harris e Kuchuck – e poi, nel 2017, come introduzione alla ristampa del libro della Severn. Rudnytsky non solo confermò l’intuizione della studentessa, ma trovò un altro caso che chiaramente riguardava la Severn stessa. La cosa si stava facendo interessante. The discovery of the Self non era più un libro qualsiasi: era il complemento indispensabile del Diario clinico di Sándor Ferenczi. Di più, l’uno e l’altro erano le parti di un’unica opera a quattro mani progettata da Ferenczi e Severn, ma mai realizzata per la morte improvvisa dello psicoanalista ungherese.

Il terzo intervento, La resurrezione di Elizabeth Severn, analizzanda e partner di Sándor Ferenczi nell’analisi reciproca, è la traduzione di un lavoro scritto appositamente per questo numero monografico e basato sulla lezione che il suo autore, Arnold Rachman, ha tenuto al Summer Course “Ferenczi in Firenze” (luglio 2017). Per l’autore, Ferenczi e Severn crearono insieme un nuovo paradigma psicoanalitico per il trattamento dei casi gravi, il paradigma “traumatico/empatico”, differente dal modello interpretativo/edipico, e centrato sulla regressione, l’empatia, partecipazione e reciprocità, e l’analisi del controtransfert.

Il quarto intervento, Shock, empatia, telepatia. Guida alla lettura de La scoperta del Sè di Elisabeth Severn, è di uno di noi (Carlo Bonomi), e nasce dall’intento di fare una semplice recensione, che però, proprio per l’interesse suscitato e lo spessore del libro, si è alla fine trasformata in una utile mappa e guida commentata dell’opera della Severn.

Il quinto intervento, L’enigma Margaret Severn. Dalle maschere alla scoperta del Sé, è uno studio di Daniela Toschi che prende le mosse da un altro caso clinico discusso dalla Severn in The discovery of the Self, il caso della figlia Margaret. Come Freud, Melanie Klein, e altri pionieri, anche la Severn analizzò la figlia – in questo caso un’analisi senza limiti, né di tempo, né di spazio, che sembra farsi una forma di vita. Ora, fu nel corso di questa analisi, che proprio per le sue caratteristiche, non può essere considerata tale, che emerse il ricordo di un abuso sessuale che Margaret avrebbe subito da bambina da parte del nonno. Naturalmente questo pone dei problemi e solleva delle domande, che conducono l’autrice, e il lettore con lei, lungo un percorso a spirale che va dalla introduzione della nozione di frammentazione della personalità al teatro delle maschere inventato da Margaret Severn – come se l’uno fosse lo specchio dell’altro.

Il sesto intervento, Why Margaret Severn Was the Most Fascinating Person I Ever Knew, è un breve ricordo scritto per noi da Peter Lipskis, amico, manager e esecutore testamentario del lascito di Margaret Severn. È un documento prezioso che racconta di una intensa amicizia, offrendo tutta una serie di informazioni importanti, anche sui vari film che egli fece a Margaret, film che possono essere visti su YouTube (le indicazioni si trovano nel sito della nostra società https://www.societaferenczi.it/). Abbiamo lasciato il testo in inglese per ovvie ragioni.

Infine il numero si conclude con due recensioni. La prima è dell’edizione italiana dell’importante libro di Judith Dupont – erede letteraria di Ferenczi e Balint, nonché curatrice del Diario clinico di Ferenczi — Nel corso del tempo …. Un itinerario analitico. ArpaEdizioni, 2018. La seconda del libro di Arnold Rachman, Elizabeth Severn: The “Evil Genius” of Psychoanalysis, Taylor and Francis, 2018.

indice:
Carlo Bonomi & Gianni Guasto – “Editoriale”
Christopher Fortune – “In difesa della memoria materna: Margaret Severn e i detective della storia della psicoanalisi”
Peter l. Rudnytsky – “L’altra faccia della storia: Elizabeth Severn parla di Ferenczi e dell’analisi reciproca”
Arnold Wm. Rachman – “La resurrezione di Elizabeth Severn. Analizzanda e partner di Sándor Ferenczi nell’analisi reciproca”
Carlo Bonomi – “Shock, empatia, telepatia. Guida alla lettura de La scoperta del Sé di Elizabeth Severn”
Daniela Toschi – “L’enigma Margaret Severn. Dalle maschere alla scoperta del Sé”
Peter Lipskis – “Why Margaret Severn Was the Most Fascinating Person I Ever Knew”
Recensioni
J. Dupont, Sul filo della memoria. Un itinerario psicoanalitico in compagnia diFerenczi e Balint (Carlo Bonomi)
A. Wm. Rachman, Elizabeth Severn: the “Evil Genius” of Psychoanalysis (Carlo Bonomi)

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