“La sola cosa probabilmente sempre costante con ogni analista è il suo modo di ascoltare. Le cose che ascolta, quelle che privilegia, quelle di cui sa servirsi e poi quelle che semplicemente non sente proprio: le famose cecità. Quando un paziente mi dice che non l’ho capito, io sono sempre pronta a credergli”.

“Sul filo della memoria: un itinerario psicanalitico in compagnia di Ferenczi e Balint” di Judith Dupont