Psicoanalisi Gli aforismi della terapia
DONATELLA ALFONSO
TRE psicoterapeuti insieme (di cui due scrittori) per raccontare storie, passioni e suggestioni di quella che è la cura psicoanalitica: raccontata attraverso un blog. Con Gianni Guasto, psichiatra e psicoanalista che è l’autore di “La passione della cura. Aforismario psicoanalitico” (Arpa edizioni) oggi alle 17.30 alla Biblioteca Universitaria (Sala didattica) ci saranno infatti Bruno Morchio, scrittore, giallista e psicoterapeuta e lo psichiatra e analista Carmelo Conforto. Scrive Morchio nella prefazione: “L’Aforismario è una sorta di miscellanea composta di riflessioni, vignette cliniche, citazioni da opere psicoanalitiche e letterarie, caratterizzate da brevità ed essenzialità. È una miscellanea di piacevole lettura, che a sua volta stimola altre riflessioni e induce approfondimenti e ulteriori ricerche”.
«In effetti il blog è nato come una maniera per riflettere sulla vita e la professione – spiega Guasto – Un lavoro in cui non c’è il tempo dell’impegno e quello del dopolavoro, ma diventa un’intersezione tra la vita personale, il percorso formativo e la vita professionale. Un lavoro che ho iniziato nel 2011 e che è stato una maniera per discutere con persone interessate e note, ma non solo ».
La via del web (benché adesso, sorride Guasto, “il blog ‘Wiesbaden 1932′, è un po’ in sonno, vedrò se riprenderlo”), insomma, per confrontarsi con chi la psicoanalisi la studia e la pratica. Ma quanto c’è bisogno di psicoanalisti, in questi giorni complicati? «Penso che sia necessaria una riforma profonda della psicoanalisi, che deve riflettere su sé stessa in maniera non ideologica, come invece è stata in passato – è la risposta – Sono cambiate la qualità dei pazienti, e le problematiche da affrontare. Non tanto per colpa della crisi economica, che potrebbe aver allontanato molte persone dalla cura, ma dalla storia. Quelli che affrontiamo oggi sono problemi molto diversi da quelli dell’inizio della mia formazione: oggi ci sono soprattutto questioni di tipo traumatico o stati mentali di carattere dissociativo ».
Ma il servizio pubblico può, anzi deve fare di più per chi vuole affrontare la cura psicoanalitica? «I servizi pubblici hanno dato la possibilità a molti giovani di prendere contatto e conoscere una realtà molto più ampia di quella di uno studio privato. Sono molto orgoglioso di quanto il mio lavoro nei servizi pubblici abbia improntato il mio lavoro, non avrei nemmeno immaginato di poterlo fare, diversamente».
La mente e i suoi disagi, insomma, sono un fatto pubblico. E occuparsene, visto che si tratta sempre prima di tutto di persone e non di concetti, resta a sua volta una “malattia” che impronta tutta la vita, come concorda Morchio: «costituisce una delle ragioni fondanti dell’esistenza»”.
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“LA MALATTIA
Occuparsi della mente costituisce una delle ragioni fondanti della vita”
